Quando ho incontrato Giulia e Mirko per la prima volta, ho capito subito una cosa: niente convenzioni. Niente cliché. E soprattutto, niente noia.

Giulia mi ripeteva spesso una parola: strong. E io, che adoro quando mi chiedono di osare, ho capito subito che c’era terreno fertile per un progetto fuori dagli schemi. Colori decisi, carattere forte, una visione chiara: il loro matrimonio doveva essere un’esperienza. E così è stato.

C’era però una sfida in più. Volevano una giornata lunga, lunghissima: cerimonia al mattino, festa fino a tarda notte. Ma come fare a mantenere viva l’energia, a sorprendere gli ospiti fino alla fine?

Siamo partiti con la cerimonia in una pieve affacciata sul lago, seguita da un aperitivo in giardino e un pranzo in una orangerie dal design impeccabile. I tavoli caterpillar, bellissimi da vedere, ci hanno dato filo da torcere tra misurazioni e assegnazioni posti. Ma ce l’abbiamo fatta.

Poi, quando tutto sembrava già perfetto e concluso… una porta, rimasta chiusa fino a quel momento, si è aperta all’improvviso.

E lì, la sorpresa.

Un vero casinò, allestito nei minimi dettagli: croupier, arredi, bar, musica, luci. Tutto. Gli ospiti sono entrati in quella sala increduli, come se avessero cambiato mondo. E poco dopo, Giulia e Mirko hanno fatto il loro ingresso in un nuovo look, pronti a dare il via alla seconda parte della festa. Un club privato. Un altro capitolo.

Non è stato solo un matrimonio. È stata una narrazione a tappe, un crescendo studiato per lasciare il segno.

Perché quando si desidera una lunga giornata di festa, non basta un open bar e qualche buffet rinforzato. Serve il coraggio di sorprendere davvero. Serve un’idea. E un team che sappia trasformarla in realtà.

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